Mondaino e il formaggio di fossa: una storia millenaria


Mondaino e il formaggio di fossa: una storia millenaria

Mondaino è un borgo medievale situato nelle colline riminesi, in Emilia-Romagna. È un luogo ricco di storia e cultura, ma anche di prodotti tipici di grande pregio, tra cui il formaggio di fossa.

La produzione del formaggio di fossa a Mondaino ha origini antichissime, che risalgono addirittura al Medioevo. In quel periodo, i pastori della zona, per conservare il formaggio durante la stagione estiva, lo infossavano in grotte naturali scavate nella roccia arenaria. In questo ambiente, il formaggio subiva un processo di fermentazione naturale che gli conferiva un sapore unico e inconfondibile.

La tradizione della produzione del formaggio di fossa a Mondaino si è tramandata di generazione in generazione fino ai giorni nostri. Oggi, questo prodotto è un vero e proprio simbolo del borgo.

La stagionatura del formaggio di fossa

Le fosse vengono preparate ogni anno ai primi di agosto e i privati hanno tempo sino al 15 del mese per portare i propri formaggi. Il rito della preparazione della fossa avviene qualche giorno prima dell’infossatura, quando il personale esperto comincia a bruciare paglia all’interno della fossa, allo scopo di togliere l’umidità accumulata e per sterilizzarla contro certi germi che potrebbero nuocere ad una normale fermentazione.

Si passa poi al rivestimento delle pareti: il tufo viene isolato con uno strato di circa 15 cm di paglia sostenuta da un’impalcatura di canne, mentre sul fondo vengono sistemate delle tavole di legno.
A questo punto la fossa è pronta per ricevere il formaggio, posto in sacchetti di tela preferibilmente bianca; la fossa viene quindi chiusa con tavole di legno e sabbia per essere riaperta quasi tre mesi più tardi.

Il sapore del formaggio di fossa

Il colore varia dal bianco al giallo paglierino, mentre il sapore è delicato e dolce a un primo impatto gustativo, per poi diventare più piccante, con retrogusto amarognolo. Il sapore inoltre cambia a seconda del latte usato (che può essere vaccino, pecorino o misto) e delle fosse stesse.
Il particolare odore ricorda l’humus del sottobosco: i formaggi infatti prendono l’aroma del legno e del muschio dall’ambiente nel quale si trovano.

Il formaggio di fossa è un prodotto versatile che può essere consumato in diverse occasioni. Può essere gustato da solo, come antipasto o come secondo piatto. Può essere anche utilizzato per la preparazione di primi piatti, secondi piatti e contorni.

Il formaggio di fossa e la sagra di Fossa, Tartufo e Venere

Ogni anno, a novembre, a Mondaino si svolge la sagra di Fossa, Tartufo e Venere. Questa sagra è dedicata al formaggio di fossa, al tartufo e alla storia e alla cultura di Mondaino.

Durante la sagra, è possibile degustare il formaggio di fossa di Mondaino in tutte le sue varianti. È inoltre possibile acquistare i prodotti tipici del borgo, tra cui il vino, l’olio extravergine di oliva e i salumi.

La sagra di Fossa, Tartufo e Venere è un evento imperdibile per tutti gli amanti del buon cibo e della tradizione.

La scoperta della Rimini Romana attraverso un viaggio interattivo

Ci sono tanti modi per scoprire la storia antica che caratterizza la nostra terra.

Oggi te ne proponiamo uno, inedito, interattivo e moderno.

Se sei un appassionato di storia antica, ti consigliamo 15 minuti di strada da Bellaria per arrivare a Rimini e più precisamente  sul Corso d’Augusto.

Qui trovi il Visitor Center una “lente di ingrandimento” sulle bellezze culturali del territorio e una prima tappa introduttiva ai molti itinerari culturali e alle opportunità che Rimini offre.

Il Visitor Center ti offre un percorso multimediale e interattivo, un touch wall nel quale viene rappresentata la ricostruzione ideale di Ariminum in età imperiale ed i punti di interesse della città: le domus, le vie principali, i monumenti, itinerari e percorsi da scoprire attraverso testi di approfondimento, immagini e giochi. 

È possibile creare proprie personali wishlist contenenti gli itinerari selezionati e inviare il relativo pdf al proprio dispositivo mobile confezionando, direttamente all’interno del Visitor Center, l’itinerario di proprio gradimento, pronto a diventare una guida personalizzata alla Rimini Romana.

Il percorso inizia all’altezza dell’Arco di Augusto e si sviluppa lungo il decumano attraverso quattro “stazioni narranti”: un avatar che interpreta Giulio Cesare accoglie il visitatore e, prendendolo idealmente per mano, lo trasporta nella realtà dell’epoca. 

Quindi il viaggio prosegue lambendo alcuni dei principali capisaldi della Rimini Romana e le proiezioni si attivano al passaggio del visitatore: da una ricostruzione della tipica domus romana, al rapporto della città con il suo mare e infine ad una lettura di come l’antico abbia ispirato la grande architettura rinascimentale che nel Tempio Malatestiano ha il suo manifesto.

Il percorso è arricchito da una serie di reperti archeologici (frammenti di epigrafi, un capitello, un frammento di sarcofago, una stele) parte dei quali esposti per la prima volta al pubblico, messi a disposizione dai Musei Comunali con il consenso della Soprintendenza Archeologia dell’Emilia Romagna.

C’è anche una webcam collocata sopra ad un leggio che scatta una foto e, attraverso un software di riconoscimento facciale, “estrapola” i connotati facciali e li inserisce all’interno del tema scelto (gladiatore romano, coppia di romani, ancella).

E una sala polifunzionale pensata soprattutto per le scuole e le esigenze didattiche degli studenti, ma anche come area ludico ricreativa.

Chi non si accontenta del virtuale non ha che l’imbarazzo della scelta. All’uscita del Visitor Center a destra troverà il ponte di Tiberio, mentre a sinistra, percorrendo tutto il corso arriverà direttamente sotto l’Arco d’Augusto.

Le grotte di Onferno sono Patrimonio dell’Unesco

Mercoledì 20 settembre, 21 diplomatici di ogni parte del mondo si sono pronunciati a Riyad (capitale dell’Arabia Saudita) sul riconoscimento alle Grotte di Onferno di Patrimonio mondiale Unesco.

Una data storica per Gemmano e San Leo!

Le Grotte di Onferno si trovano a pochi chilometri dalla costa, nell’entroterra della Valconca. Le prime notizie storiche sul paese di Onferno risalgono al 1231, quando compare il nome di “Castrum Inferni” . Il nome era dovuto alle fumate di vapore che nei mesi invernali, specie al crepuscolo, emanavano dalle rocce lasciando immaginare che proprio lì si celasse l’ingresso degli inferi. In realtà il fenomeno delle fumate è causato semplicemente dalla differenza termica tra l’interno della grotta e l’ esterno, ma l’arcano fu svelato solo nel 1916, quando lo speleologo bolognese Quarina visitò per primo la grotta.

Il complesso carsico di Onferno è considerato tra i più importanti d’Italia tra le grotte di gesso. Le grotte sono state scavate dalle acque di un torrentello, che nel corso di millenni si è fatto strada attraverso la roccia, le grotte di Onferno si aprono alla base del grande e singolare masso gessoso su cui anticamente sorgeva il “Castrum Inferni”. 

Onferno fa parte del sistema delle Aree carsiche e gessose emiliano romagnole, candidate appunto al prestigioso titolo, insieme ad altri siti della provincia di Rimini come alcune grotte presso San Leo.

Per la precisione sono sette i siti interessati nelle province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna: Alta Valle Secchia, Bassa Collina Reggiana, Gessi di Zola Predosa, Gessi Bolognesi, Vena del Gesso Romagnola, Evaporiti di San Leo, Gessi della Romagna Orientale. Sono le “aree carsiche gessose”, un fenomeno, unico, di straordinario valore non solo geologico, ma anche biologico, archeologico, storico e culturale, ora  riconosciuto “Patrimonio mondiale ambientale dell’umanità Unesco”.

Tutte le aree del sito sono accomunate dalla presenza di rocce che si sono formate in seguito all’evaporazione delle acque marine che ricoprivano queste zone e alla concomitante deposizione dei sali minerali, tra cui appunto il Gesso.

“Questo importante riconoscimento da parte dell’Unesco ci offre l’opportunità di valorizzare e proteggere questo patrimonio ambientale unico al mondo e, contemporaneamente, offrire ai territori una straordinaria leva di promozione culturale e socio-economica – esulta l’assessora alla Programmazione territoriale e parchi, Barbara Lori, presenta a Ryad– si conclude nel migliore dei modi un’esperienza emozionante per cui voglio ringraziare il Comitato Scientifico Regionale, i Comuni e il Ministero; insieme a loro, con il presidente Bonaccini e la Giunta, continueremo a lavorare affinché questo nuovo sito possa arricchire ulteriormente il territorio dell’Emilia-Romagna. Un grazie particolare all’ambasciatore italiano all’Unesco, Liborio Stellino, che ha guidato la nostra delegazione nel lavoro di condivisione con gli altri Paesi”.