Benvenuti nel Medioevo con il “Palio del Daino” di Mondaino

La vacanza in Romagna, nel mese di agosto, è fatta di mare, sole, tradizioni… ma anche di bellissime manifestazioni che vedono il coinvolgimento del nostro entroterra.

Questo mese l’Hotel della Motta ti propone il Palio del Daino a Mondaino. 

Mondaino è uno straordinario borgo medievale che nel 1459 assistette ad un evento storico particolarmente significativo che sancì la pace tra le Signorie Malatesta e Montefeltro che erano sempre in guerra. E’ per ricordare e ricostruire quel periodo di prosperità che ogni anno si svolge questa manifestazione.

Il “Palio del Daino”, che si svolge dal 15 al 18 agosto, rappresenta questo momento di festa nel quale le contrade di Mondaino – Borgo, Castello, Contado e Montebello – si sfidano nel palio per aggiudicarsi l’ambito titolo.

Il gioco, è diviso in due parti. La prima è la “corsa delle oche” a cui segue il torneo vero e proprio, una sorta di “quattro cantoni” in cui ogni volta viene escluso un giocatore.
Per le vie del paese più di 100 selezionati artigiani danno dimostrazione della lavorazione dei metalli, dei tessuti, del vetro, della carta e delle pelli per riscoprire manualità ormai divenute rare o perdute.

All’interno delle botteghe e lungo le vie del borgo si possono ammirare all’opera maiolicari, pittori, armaioli, liutai, amanuensi, miniatori e intarsiatori, mentre le melodie rinascimentali verranno riproposte per le strade e le piazze.
Non mancano punti ristoro assolutamente a tema con piatti che ripropongono le tradizioni medioevali.

Infine, gruppi di ricostruzione storica, antichi mestieri, artigiani, arti, botteghe, musici, cantori e giocolieri, spettacoli, oltre che le emozionanti sfide delle contrade, ti faranno rivivere la magia di un’epoca intensa ed emozionante, un viaggio nel tempo ricco di fascino e storia.

“La Strada dei Vini e dei Sapori: un percorso enogastronomico tra le colline romagnole”

La Strada dei Vini e dei Sapori della Riviera Romagnola è un percorso affascinante che unisce la bellezza del paesaggio collinare alla ricchezza enogastronomica di questa terra.

Un viaggio tra i sapori

La Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Rimini si snoda tra colline dolci e vigneti che si affacciano sul mare, offrendo un’esperienza unica per gli amanti del buon cibo e del vino.

Cosa scoprire lungo il percorso:

  • Vini pregiati: Il Sangiovese, l’Albana e il Pagadebit sono solo alcuni dei vini pregiati che potrai degustare, frutto di una tradizione vitivinicola millenaria

Sapori autentici: La piadina romagnola, i formaggi locali, l’olio extravergine d’oliva e i salumi ti faranno scoprire i gusti autentici di questa terra.

Cantine e frantoi: Visita le cantine e i frantoi per scoprire i segreti della produzione del vino e dell’olio.

  • Eventi enogastronomici: Partecipa alle numerose sagre e feste che animano il territorio durante tutto l’anno.

Perché scegliere la Strada dei Vini e dei Sapori:

  • Un’esperienza unica: Un connubio perfetto tra natura, cultura e gusto.
  • Un territorio versatile: Adatto a tutti i tipi di viaggiatori, dalle famiglie agli appassionati di enogastronomia.
  • Un’occasione per rilassarsi: Perditi tra i vigneti, assaggia i prodotti locali e goditi la tranquillità della campagna romagnola.

Cosa fare:

  • Degustazioni: Partecipa a degustazioni guidate per scoprire i segreti dei vini e dei prodotti locali.
  • Visite guidate: Visita i borghi storici, le cantine e i frantoi.
  • Corsi di cucina: Impara a preparare i piatti tipici della Romagna.
  • Trekking e ciclismo: Esplora il territorio a piedi o in bicicletta.
  • Soggiorni in agriturismo: Immergiti nella natura e assaggia i prodotti dell’azienda agricola.

Visita il sito ufficiale della Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Rimini: https://www.stradadeivinidirimini.com/

La Strada dei Vini e dei Sapori ti aspetta per un’esperienza indimenticabile!

La Riserva Naturale Orientata di Onferno

La Romagna è una terra generosa, ricca di piccoli gioielli da scoprire e da visitare.

Dal mare di Bellaria oggi ti portiamo ad Onferno, un piccolo e grazioso borgo arroccato sulle colline della Valconca, ai confini con il Montefeltro. Una vera oasi immersa nella natura dove la tradizione racconta che Dante abbia tratto da qui l’ispirazione per il suo ‘Inferno’, traendo spunto proprio da queste grotte.

Oggi il sito di Onferno con le sue grotte è stato riconosciuto Patrimonio Universale dell’Unesco.   

Alla bellezza delle grotte si unisce un contesto naturale altrettanto interessante, la Riserva Naturale Orientata di Onferno, della quale è possibile apprezzare particolarità e paesaggi percorrendo i diversi sentieri che la attraversano.


La visita alle Grotte, con la guida di personale qualificato, prevede la discesa nel bosco lungo un primo sentiero esterno, che da un’altitudine di circa 300 metri scende nel bosco fino 196, quota alla quale si incontra l’accesso ad un vero e proprio canyon sotterraneo, lungo il quale è possibile ammirare ambienti suggestivi.
Percorrendo il canale principale creato dall’acqua si possono vedere, tra le altre cose, ovunque i scintillanti cristalli di gesso, soffitti e pareti levigati e cesellati dallo scorrere antico del torrente e numerose concrezioni di calcare.
Veri padroni di casa sono gli oltre seimila pipistrelli, di almeno 6 specie differenti, che popolano i diversi ambienti sotterranei.

La visita “turistica” dura circa 90′ e permette di vedere la grotta da due diversi e interessanti punti di vista, la visita con “traversata” dura circa 60′ e permette di percorrere il breve tratto fossile dell’ingresso storico.


Consigliatissimo visitare la grotta in diversi periodi dell’anno per via delle tante diverse particolarità visibili nelle differenti stagioni.

Santarcangelo, Verucchio e Pennabilli: alla scoperta dei musei delle piccole cose.

Il nostro territorio, fra mare e collina, racchiude delle piccole perle di arte, curiosità e bellezza.

Oggi parliamo di tre bellissime località della Valmarecchia. Iniziamo da Santarcangelo, un antico borgo medievale lungo la via Emilia, a breve distanza da Rimini e dalle spiagge. È la città del maestro Tonino Guerra, famosa per le grotte tufacee, il turismo slow, le stampe artigianali, la cultura e i musei.

E proprio qui c’è un museo unico e straordinario, quasi una bottega dei ricordi, che racconta la storia attraverso un piccolo oggetto di uso quotidiano spesso sottovalutato: il bottone.

Al Museo del Bottone sono esposti quattro secoli di storia sociale, economica, politica, di costume e di moda con una varietà di oltre 14.000 bottoni provenienti dall’Italia e da 58 nazioni, coprendo tutti i continenti.

Il bottone è un oggetto che ha attraversato la storia, come dimostrano quelli dei Papi e della gerarchia ecclesiastica, quelli disegnati da Pablo Picasso per Coco Chanel negli anni ’20, e quelli donati dagli astronauti italiani Cristoforetti e Parmitano, che hanno regalato i bottoni delle loro polo spaziali, con i relativi documenti.

Da Santarcangelo ci spostiamo verso Verucchio, dove è possibile vistare un nuovo Museo situato all’interno del Torrione delle Mura di San Giorgio: il Micro, Museo dell’oggetto ritrovato.

Si tratta di un campionario di oggetti come piccoli giocattoli, tra cui soldatini, accendini, ciabatte da mare, contenitori di detersivo e altro, una raccolta e conservazione di oggetti e frammenti ritrovati sul letto del fiume Conca, relitti rigettati dalle burrasche invernali, fino ai ritrovamenti nei cosiddetti “non luoghi” come periferie urbane, stazioni ferroviarie, piazze e margini delle strade.

Questi ritrovamenti hanno ora una loro collocazione e si sono trasformati in piccole opere d’arte della memoria, dove questa volta è l’oggetto a compiere un’azione salvifica sull’uomo.

Il nostro viaggio continua verso l’alta Valmarecchia e si conclude a Pennabilli, una vera oasi naturalistica, con gran parte del territorio all’interno del Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello.

A Pennabilli,si trova il più piccolo museo del mondo nella chiesetta dei Caduti, con un solo quadro realizzato da Luigi Poiaghi ispirato ai versi di una poesia di Tonino Guerra, “L’Angelo coi baffi”.

L’opera rappresenta l’Angelo “che non era capace di far niente”, una metafora di come ciò che viene ritenuto impossibile possa diventare realtà.

È un invito rivolto a tutti a inseguire i propri desideri, anche quelli che sembrano irraggiungibili.

L’Ex Fornace di Bellaria: Da Luogo di Produzione a Centro Culturale

L’Ex Fornace di Bellaria, un tempo fulcro dell’industria locale, si erge oggi come simbolo di rigenerazione urbana e valorizzazione del patrimonio storico. La sua storia, intrecciata con quella della città, è un racconto di trasformazione e rinascita.

Dalle Origini all’Abbandono:

Edificata nel 1925, la fornace ha segnato il panorama di Bellaria per oltre mezzo secolo. Dalle sue ciminiere fumavano i mattoni che hanno dato vita a case, edifici e infrastrutture della città. La sua attività, fiorente per decenni, cessò negli anni ’80, lasciando un complesso industriale di circa 15.000 metri quadrati..

Verso una Nuova Vita:

Per anni, l’Ex Fornace è rimasta un’area grigia e inutilizzata. Tuttavia, la lungimiranza delle amministrazioni comunali ha visto in essa un’opportunità per il rilancio di Bellaria. Nel 2018, il Comune ha acquisito la proprietà dell’area con l’obiettivo di trasformarla in un centro culturale e sociale.

Un Progetto di Rigenerazione Urbana:

Il progetto di riqualificazione, finanziato con fondi europei e comunali, prevede il recupero conservativo degli edifici storici e la realizzazione di nuovi spazi verdi. L’intervento mira a creare un luogo polifunzionale che possa ospitare:

  • Attività culturali: mostre, concerti, spettacoli teatrali, laboratori creativi e aree per lo studio.
  • Spazi sociali: un centro per anziani, una ludoteca per bambini, una biblioteca e luoghi di aggregazione per i giovani.
  • Aree verdi: un parco attrezzato con percorsi pedonali, piste ciclabili e zone relax.

Un Simbolo di Rinascita:

I lavori di riqualificazione sono in corso e si prevede che l’Ex Fornace sarà completamente riqualificata entro il 2025. La sua rinascita restituirà alla città un luogo di grande valore storico e sociale, contribuendo alla riqualificazione urbana e alla creazione di un nuovo polo di attrazione per cittadini e turisti.

L’Ex Fornace di Bellaria rappresenta un esempio tangibile di come l’archeologia industriale possa essere trasformata in un motore di sviluppo sostenibile. La sua storia è un monito a non dimenticare il passato, ma a valorizzarlo per costruire un futuro migliore.

La Romagna in Primavera: Un’oasi di Pasqua

La Romagna, terra di sole, mare e sapori, si veste di nuova vita in primavera, offrendo un’ampia varietà di esperienze per trascorrere una Pasqua indimenticabile. Dalle suggestive tradizioni religiose a quelle gastronomiche, dai borghi medievali alle spiagge assolate, la Romagna accontenta ogni gusto e desiderio.

Pasqua in famiglia: Divertimento per tutte le età

La Romagna è una terra a misura di famiglia, con tante attività dedicate ai bambini. I parchi tematici della Riviera di Rimini riaprono le loro porte per la Pasqua. Fiabilandia, Italia in Miniatura, Oltremare e l’Acquario di Cattolica, ti aspettano con tante novità!

Per chi ama la natura, questa zona offre anche la possibilità di esplorare un entroterra ricco di borghi medievali, castelli e paesaggi suggestivi.

A pochi chilometri da Bellaria si trova Santarcangelo di Romagna, un borgo medievale caratteristico, con un centro storico ben conservato ma ancora Verucchio, Mondaino e tanti altri ancora!

Sapori di Pasqua: Un’esplosione di gusto

La gastronomia romagnola è un vero e proprio viaggio sensoriale, che in occasione della Pasqua si arricchisce di piatti tipici e specialità irrinunciabili. La “piada” farcita con salumi e formaggi, la “ciambella” pasquale, i “tortelli” di ricotta e spinaci, e l’immancabile “colomba” sono solo alcuni esempi delle delizie che vi aspettano.

BELLARIA – IGEA MARINA: gli eventi

Quest’anno Bellaria-Igea Marina festeggia una Pasqua esplosiva con un programma speciale il 30 e 31 marzo, tanta musica e concerti 

SABATO 30 MARZO

  • HIT PARADE PARTY CON RADIO BRUNO, Igea Marina, ore 21.30
  • EDOARDOVIANELLO in trio Palco Stazione
  • JERRY CALA’
    UNA VITA DA LIBIDINE – CONCERT-SHOW
    Palco Piazza Don Minzoni
  • PARTY RADIO 90 Palco angolo via Dante
  • BLACK BALL BOOGIE Palco altezza Mar Rosso
  • CARTOON BAND BANANA SPLIT Ospite Guiomar Serina de I Cavalieri del Re , Palco altezza via Lamone
  • MEET&GREET CON
    RIMOLDIGNO e PAPA’ RIMO
    Palco Piazza Matteotti

La Romagna vi aspetta per una Pasqua ricca di emozioni, sapori e tradizioni. Lasciatevi conquistare dalla sua bellezza e dal suo calore!

Benvenuti al MICRO di Verucchio

Il “MICRO – Museo dell’oggetto ritrovato”  è una mostra permanente di oggetti ospitata nel Torrione delle Mura di San Giorgio di Verucchio, e rappresenta una riflessione profonda e unica sul legame tra l’uomo, gli oggetti e il fluire del tempo.

L’origine del progetto risale all’adolescenza del suo ideatore, Gabriele Geminiani, che inizia a recuperare i primi reperti dal fiume vicino a casa. Questi oggetti, accomunati dall’emarginazione e dalla sofferenza causata dall’usura e dagli agenti atmosferici, esercitano su di lui un fascino irresistibile, sintetizzabile nella “estetica della sofferenza”.

L’esposizione è il risultato di anni dedicati alla raccolta e alla conservazione di oggetti provenienti da varie fonti, inclusi i fondali del fiume Conca, i relitti delle tempeste invernali e i cosiddetti “non luoghi” come periferie urbane e stazioni ferroviarie. La vastità dell’accumulo include principalmente oggetti di plastica provenienti dalle coste del medio Adriatico e appartenenti a decenni passati, tra cui giocattoli, accendini, ciabattine da mare e contenitori di detersivo.

Una peculiarità del museo è la sezione dedicata all'”Editoria delle cose”, con libri realizzati tramite tecniche di stampa al torchio, apprezzati sia dai collezionisti d’arte che dai bibliofili. L’approccio del MICRO è interattivo, dinamico e collaborativo, coinvolgendo artisti, poeti, fotografi e altri creativi che interpretano la collezione con i loro diversi linguaggi artistici.

All’interno del museo, sono presenti la Galleria Sospesa, la Bacheca degli oggetti viaggiati e l’Ospedale dei Soldatini, tra gli altri spazi. La valenza ecologica del museo si manifesta attraverso impegni nell’educazione e nella divulgazione, con l’organizzazione di workshop, laboratori e mostre.

Il MICRO è aperto al pubblico la seconda e la terza domenica del mese, dalle 10:00 alle 12:30 e dalle 14:00 alle 18:00.

Mondaino e il formaggio di fossa: una storia millenaria


Mondaino e il formaggio di fossa: una storia millenaria

Mondaino è un borgo medievale situato nelle colline riminesi, in Emilia-Romagna. È un luogo ricco di storia e cultura, ma anche di prodotti tipici di grande pregio, tra cui il formaggio di fossa.

La produzione del formaggio di fossa a Mondaino ha origini antichissime, che risalgono addirittura al Medioevo. In quel periodo, i pastori della zona, per conservare il formaggio durante la stagione estiva, lo infossavano in grotte naturali scavate nella roccia arenaria. In questo ambiente, il formaggio subiva un processo di fermentazione naturale che gli conferiva un sapore unico e inconfondibile.

La tradizione della produzione del formaggio di fossa a Mondaino si è tramandata di generazione in generazione fino ai giorni nostri. Oggi, questo prodotto è un vero e proprio simbolo del borgo.

La stagionatura del formaggio di fossa

Le fosse vengono preparate ogni anno ai primi di agosto e i privati hanno tempo sino al 15 del mese per portare i propri formaggi. Il rito della preparazione della fossa avviene qualche giorno prima dell’infossatura, quando il personale esperto comincia a bruciare paglia all’interno della fossa, allo scopo di togliere l’umidità accumulata e per sterilizzarla contro certi germi che potrebbero nuocere ad una normale fermentazione.

Si passa poi al rivestimento delle pareti: il tufo viene isolato con uno strato di circa 15 cm di paglia sostenuta da un’impalcatura di canne, mentre sul fondo vengono sistemate delle tavole di legno.
A questo punto la fossa è pronta per ricevere il formaggio, posto in sacchetti di tela preferibilmente bianca; la fossa viene quindi chiusa con tavole di legno e sabbia per essere riaperta quasi tre mesi più tardi.

Il sapore del formaggio di fossa

Il colore varia dal bianco al giallo paglierino, mentre il sapore è delicato e dolce a un primo impatto gustativo, per poi diventare più piccante, con retrogusto amarognolo. Il sapore inoltre cambia a seconda del latte usato (che può essere vaccino, pecorino o misto) e delle fosse stesse.
Il particolare odore ricorda l’humus del sottobosco: i formaggi infatti prendono l’aroma del legno e del muschio dall’ambiente nel quale si trovano.

Il formaggio di fossa è un prodotto versatile che può essere consumato in diverse occasioni. Può essere gustato da solo, come antipasto o come secondo piatto. Può essere anche utilizzato per la preparazione di primi piatti, secondi piatti e contorni.

Il formaggio di fossa e la sagra di Fossa, Tartufo e Venere

Ogni anno, a novembre, a Mondaino si svolge la sagra di Fossa, Tartufo e Venere. Questa sagra è dedicata al formaggio di fossa, al tartufo e alla storia e alla cultura di Mondaino.

Durante la sagra, è possibile degustare il formaggio di fossa di Mondaino in tutte le sue varianti. È inoltre possibile acquistare i prodotti tipici del borgo, tra cui il vino, l’olio extravergine di oliva e i salumi.

La sagra di Fossa, Tartufo e Venere è un evento imperdibile per tutti gli amanti del buon cibo e della tradizione.

La scoperta della Rimini Romana attraverso un viaggio interattivo

Ci sono tanti modi per scoprire la storia antica che caratterizza la nostra terra.

Oggi te ne proponiamo uno, inedito, interattivo e moderno.

Se sei un appassionato di storia antica, ti consigliamo 15 minuti di strada da Bellaria per arrivare a Rimini e più precisamente  sul Corso d’Augusto.

Qui trovi il Visitor Center una “lente di ingrandimento” sulle bellezze culturali del territorio e una prima tappa introduttiva ai molti itinerari culturali e alle opportunità che Rimini offre.

Il Visitor Center ti offre un percorso multimediale e interattivo, un touch wall nel quale viene rappresentata la ricostruzione ideale di Ariminum in età imperiale ed i punti di interesse della città: le domus, le vie principali, i monumenti, itinerari e percorsi da scoprire attraverso testi di approfondimento, immagini e giochi. 

È possibile creare proprie personali wishlist contenenti gli itinerari selezionati e inviare il relativo pdf al proprio dispositivo mobile confezionando, direttamente all’interno del Visitor Center, l’itinerario di proprio gradimento, pronto a diventare una guida personalizzata alla Rimini Romana.

Il percorso inizia all’altezza dell’Arco di Augusto e si sviluppa lungo il decumano attraverso quattro “stazioni narranti”: un avatar che interpreta Giulio Cesare accoglie il visitatore e, prendendolo idealmente per mano, lo trasporta nella realtà dell’epoca. 

Quindi il viaggio prosegue lambendo alcuni dei principali capisaldi della Rimini Romana e le proiezioni si attivano al passaggio del visitatore: da una ricostruzione della tipica domus romana, al rapporto della città con il suo mare e infine ad una lettura di come l’antico abbia ispirato la grande architettura rinascimentale che nel Tempio Malatestiano ha il suo manifesto.

Il percorso è arricchito da una serie di reperti archeologici (frammenti di epigrafi, un capitello, un frammento di sarcofago, una stele) parte dei quali esposti per la prima volta al pubblico, messi a disposizione dai Musei Comunali con il consenso della Soprintendenza Archeologia dell’Emilia Romagna.

C’è anche una webcam collocata sopra ad un leggio che scatta una foto e, attraverso un software di riconoscimento facciale, “estrapola” i connotati facciali e li inserisce all’interno del tema scelto (gladiatore romano, coppia di romani, ancella).

E una sala polifunzionale pensata soprattutto per le scuole e le esigenze didattiche degli studenti, ma anche come area ludico ricreativa.

Chi non si accontenta del virtuale non ha che l’imbarazzo della scelta. All’uscita del Visitor Center a destra troverà il ponte di Tiberio, mentre a sinistra, percorrendo tutto il corso arriverà direttamente sotto l’Arco d’Augusto.

Le grotte di Onferno sono Patrimonio dell’Unesco

Mercoledì 20 settembre, 21 diplomatici di ogni parte del mondo si sono pronunciati a Riyad (capitale dell’Arabia Saudita) sul riconoscimento alle Grotte di Onferno di Patrimonio mondiale Unesco.

Una data storica per Gemmano e San Leo!

Le Grotte di Onferno si trovano a pochi chilometri dalla costa, nell’entroterra della Valconca. Le prime notizie storiche sul paese di Onferno risalgono al 1231, quando compare il nome di “Castrum Inferni” . Il nome era dovuto alle fumate di vapore che nei mesi invernali, specie al crepuscolo, emanavano dalle rocce lasciando immaginare che proprio lì si celasse l’ingresso degli inferi. In realtà il fenomeno delle fumate è causato semplicemente dalla differenza termica tra l’interno della grotta e l’ esterno, ma l’arcano fu svelato solo nel 1916, quando lo speleologo bolognese Quarina visitò per primo la grotta.

Il complesso carsico di Onferno è considerato tra i più importanti d’Italia tra le grotte di gesso. Le grotte sono state scavate dalle acque di un torrentello, che nel corso di millenni si è fatto strada attraverso la roccia, le grotte di Onferno si aprono alla base del grande e singolare masso gessoso su cui anticamente sorgeva il “Castrum Inferni”. 

Onferno fa parte del sistema delle Aree carsiche e gessose emiliano romagnole, candidate appunto al prestigioso titolo, insieme ad altri siti della provincia di Rimini come alcune grotte presso San Leo.

Per la precisione sono sette i siti interessati nelle province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna: Alta Valle Secchia, Bassa Collina Reggiana, Gessi di Zola Predosa, Gessi Bolognesi, Vena del Gesso Romagnola, Evaporiti di San Leo, Gessi della Romagna Orientale. Sono le “aree carsiche gessose”, un fenomeno, unico, di straordinario valore non solo geologico, ma anche biologico, archeologico, storico e culturale, ora  riconosciuto “Patrimonio mondiale ambientale dell’umanità Unesco”.

Tutte le aree del sito sono accomunate dalla presenza di rocce che si sono formate in seguito all’evaporazione delle acque marine che ricoprivano queste zone e alla concomitante deposizione dei sali minerali, tra cui appunto il Gesso.

“Questo importante riconoscimento da parte dell’Unesco ci offre l’opportunità di valorizzare e proteggere questo patrimonio ambientale unico al mondo e, contemporaneamente, offrire ai territori una straordinaria leva di promozione culturale e socio-economica – esulta l’assessora alla Programmazione territoriale e parchi, Barbara Lori, presenta a Ryad– si conclude nel migliore dei modi un’esperienza emozionante per cui voglio ringraziare il Comitato Scientifico Regionale, i Comuni e il Ministero; insieme a loro, con il presidente Bonaccini e la Giunta, continueremo a lavorare affinché questo nuovo sito possa arricchire ulteriormente il territorio dell’Emilia-Romagna. Un grazie particolare all’ambasciatore italiano all’Unesco, Liborio Stellino, che ha guidato la nostra delegazione nel lavoro di condivisione con gli altri Paesi”.